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Esce “Il Celeste” di Barbacetto. Oggi la presentazione

Interviste, ITALIA / by Marco Besana / Dic 05, 2012

Oggi, alle 18.00, il giornalista del Fatto Quotidiano Gianni Barbacetto presenterà alla libreria Feltrinelli di piazza Duomo a Milano il suo ultimo libro, “Il Celeste”, pubblicato da Chiarelettere.

La storia di luci e (molte) ombre di Roberto Formigoni, l’uomo che da vent’anni governa la Regione più ricca e strategica d’Italia, tra CL, affari, sanità e discutibili legami politici.

In occasione della presentazione, riproponiamo ai lettori di  ¡NO MÁS! un’intervista che Gianni Barbacetto ci rilasciò circa un anno fa… dove allora, come forse anche oggi, le “particolari” libertà di stampa e di espressione italiane rendevano il nostro Paese un unicum in Europa.

 

Gianni Barbacetto: il Fatto anomalo dell’informazione italiana

 

gianni-barbacettoI quotidiani cartacei sono in crisi. A livello mondiale, sono sempre meno le copie di quotidiani vendute e in Italia, dove le testate ricevono sovvenzionamenti pubblici, la cosa appare ancora più evidente. C’è però un giornale che è in costante crescita. Ed è l’unico che ha deciso di rinunciare proprio a tali sovvenzionamenti. Abbiamo parlato con Gianni Barbacetto, una delle firme principali di quell’unicum nell’Informazione italiana altrimenti noto come Il Fatto Quotidiano.

Il portale statunitense Usa Famecount, che si occupa di monitorare l’andamento dei siti di informazione a livello globale, ha recentemente messo il Fatto Quotidiano ai primissimi posti tra i network di informazione. Un successo che conferma quello della versione cartacea del Fatto, che ogni giorno registra un aumento nel numero di copie vendute. Anche la nuova trasmissione di Santoro, “Servizio Pubblico” ha avuto moltissimi ascoltatori. Si tratta di casi isolati, magari trascinati dalla fama dei giornalisti che vi stanno dietro, o stiamo assistendo a un cambiamento dell’informazione in Italia, che può esistere anche slegata da poteri economici o politici?

In Italia abbiamo una situazione particolare, in cui Berlusconi controlla la Televisione privata e quella pubblica, comunque controllata dai partiti, e in cui la maggior parte della stampa su carta è legata a poteri economici. In questa situazione, il Fatto costituisce un unicum, tanto nella versione online quanto in quella cartacea, che aumenta le copie vendute in totale controtendenza rispetto ai trend mondiali. Il successo di un’informazione libera, in Italia, è quindi in parte dovuto proprio all’anomalia stessa del nostro giornalismo. C’è però anche un cambiamento generale nella struttura dell’informazione. La Televisione generalista è in declino e oggi c’è molta più offerta. Fino a pochi anni fa se non eri sui cinque canali principali, non esistevi. Oggi quella non è più la sola offerta ed ecco che il Fatto e Santoro possono esistere e competere alla pari, senza finire nel ghetto della contro-informazione.

Come dicevi, in Italia l’informazione vive in una totale anomalia, in cui il controllo politico o economico dettano le linee editoriali. A chi si deve imputare la colpa di questa situazione? Alla politica, ai giornalisti o forse a un’opinione pubblica disabituata a essere curiosa e a interessarsi alla verità?

Le colpe sono equamente divise. Berlusconi detiene il monopolio della Televisione commerciale e controlla quella pubblica. I partiti  devono dire la loro e i giornali non hanno editori puri. Questo, indubbiamente, crea un deficit di credibilità di fronte all’opinione pubblica. In Italia, poi, ci sono molti giornalisti coraggiosi, ma molti hanno una spiccata attitudine alla servitù… e si verifica un problema strutturale in cui le carriere politiche e giornalistiche sono parallele. Il giornalista che serve il politico può fare carriera, oppure diventare politico a sua volta…

BarbacettoParliamo di intercettazioni. Il tentativo da parte della politica di impedirne la pubblicazione è ricorrente e di recente è stata minacciata la galera per i giornalisti che riportano conversazioni telefoniche sui giornali. Tu l’hai definita come “la vendetta della politica corrotta contro l’informazione”. Tuttavia, fino ad ora, anche a fronte di scandali scatenati da intercettazioni pubblicate, nessun politico si è dimesso. È davvero utile pubblicarle se poi nessuno lascia i posti di potere?

La cosa più importante, prima di tutto, è il diritto dei cittadini ad essere informati. Poi si può prendere atto o no… e in Italia, purtroppo, è raro che qualcuno prenda atto di quello che esce dalle intercettazioni. Ma grazie alle intercettazioni Fazio non è rimasto ai vertici della Banca d’Italia e proprio le intercettazioni hanno portato a galla gli illeciti di Moggi e Calciopoli. Quindi, alla fine dei conti, sono davvero utili… e la cosa più importante, comunque, è che i cittadini sappiano…

E tu, Gianni, per cosa diresti ¡NO MÁS!?

Basta ai politici che occupano le istituzioni invece di servirle…

 

di Marco Besana

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Marco Besana - giornalista freelance e fotografo per passione. È autore del reportage fotografico e dei testi

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Pietro Crippa - professore di Storia e Filosofia. È autore dei testi e degli approfondimenti tematici e storici

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