Vittorio ferito dalla marina israeliana durante la sua missione a Gaza
ESTERO, ITALIA / / Set 25, 2008
Il 16 settembre scorso Vittorio Arrigoni, un attivista pacifista italiano è stato ferito dalla marina israeliana mentre accompagnava dei pescatori nelle acque di Gaza.
Vi abbiamo parlato di Vittorio diverse volte in questo sito… e crediamo che sia giusto parlare di lui ancora una volta visto che il mondo si scandalizza per qualche turista rapito sul confine con il Sudan (ignorando che in Sudan muoiano ogni giorno tanti ignoti ignorati) ma non denuncia un attacco ingiustificabile di uno Stato a un pacifista.
Vik è stato colpito da una vetrata rotta dal cannone ad acqua usato dai militari israeliani contro le barche dei pescatori palestinesi. Un vetro gli si è conficcato nella schiena e, fortunatamente, Vittorio se l’è cavata con dieci punti di sutura.
Qui finisce la cronaca.
Ora, io credo che non bisogna essere palestinese per trovare incomprensibile un attacco a un peschereccio con tanto di marina militare. Credo che Vittorio, per quel poco che ho avuto il piacere di conoscerlo, con quell’idrante sia stato ferito non solo alla schiena da un vetro (che se avesse preso la gola sarebbe stato fatale) ma al cuore, un cuore di chi vorrebbe pari diritti per un popolo che non chiede altro che una casa. Ora la questione israeliano palestinese è troppo complicata e difficile per liquidarla in poche righe e non voglio parlare di questo. Lasciando perdere colpe e meriti di entrambi gli schieramenti, pensiamo alla disparità del conflitto in atto di cui è emblematico il video realizzato da i compagni di viaggio di Vittorio. Una nave enorme che danneggia una barchetta con un cannone.
Io non credo che la guerra possa risolvere dei problemi, ma posso accettare (pur condannando) gli scontri tra eguali. Tra militari in trincea o pugili su un ring. Ma è inammissibile che uno Stato attacchi un peschereccio, causando danni insostenibili per un pescatore la cui colpa è voler pescare. Io non mi meraviglierei molto la prossima volta che sento parlare di un terrorista palestinese che si fa saltare in aria su un pullman. Come si risolverà questo conflitto se a chi non fa la guerra, ma pesca, si fa la guerra?? A chi pensa al presente si riempiono le giornate e la quotidianità di odio?
Una frase che Vittorio usa spesso è Restiamo umani. Sì, Vittorio, credo che prima di essere palestinesi o israeliani, pro Palestina o pro Israele siamo essere umani. E quello che è stato fatto all’imbarcazione su cui viaggiavi è inammissibile e da condannare a gran voce. Peccato che i giornali siano impegnati a far altro, come al solito. E credo che questa sia un’ulteriore ferita per te… perché non c’è nulla di peggio dell’indifferenza. Non parlo del “caso di Vittorio” (che tuttavia meriterebbe più attenzione visto che sappiamo in diretta la condizione del ginocchio di ogni giocatore di calcio… uno sfiorato omicidio da parte di uno Stato di un nostro connazionale non può essere così ignorato) ma di un attacco di uno Stato a chi, in cambio, offre solo un’idea di pace. Continua Vittorio… abbiamo bisogno di chi ha il coraggio di “restare umano”.
di Ilaria Brusadelli
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