L’articolo 1 della Costituzione Italiana parla di lavoro, delle fondamenta su cui si regge la Repubblica Italiana. L’articolo 47, invece, parla di casa; delle fondamenta su cui si regge la famiglia, nucleo della società e della vita stessa dello Stato. Sono due concetti legati, quello di lavoro e quello di casa. Due diritti che i Padri Costituenti avevano pensato come inviolabili e imprescindibili.
Da mesi, ogni venerdì, parliamo di come il diritto al lavoro venga quotidianamente calpestato. Lo faremo anche oggi, ma parleremo anche di come il disconoscere il diritto al lavoro porti ad intaccare anche altri diritti: quello al futuro, alla famiglia, alla casa.
Secondo un recente rapporto di Altroconsumo, le banche italiane sembra facciano di tutto per impedire alle giovani coppie con contratti a termine di costruirsi una stabilità. Lo fanno in nome di un profitto che non può correre il rischio di essere intaccato; lo fanno ignorando le agevolazioni governative pensate proprio per le giovani coppie.
Sono solo 9 agenzie su 71 che propongono mutui a giovani coppie, con uno o entrambi i contratti a termine, nei termini previsti dal Fondo di Garanzia governativo istituito nel 2011; fondo che ha una dotazione a regime di 50 milioni di euro e a cui aderisce la totalità delle banche coinvolte nell’indagine.
Secondo Altroconsumo, in altre parole, le maggioranza delle banche non informa nemmeno i giovani dell’esistenza di tassi agevolati per comprare una casa. Negano semplicemente ogni forma di prestito, a meno che non intervengano garanzie esterne, o propongono mutui a tassi incredibilmente superiori a quelli sottoscritti un anno fa, proprio per favorire l’indipendenza dei giovani e la costruzione di nuove famiglie.
Il fondo è gestito da Consap (concessionaria servizi assicurativi pubblici), società che funge da garante per le giovani coppie (con un’età inferiore ai 35 anni, un reddito Isee non superiore ai 35mila euro e il mancato possesso di altri immobili ad uso abitativo, salvo le proprietà di successione) coprendo fino a un ammontare non superiore ai 75 mila euro. Gli immobili acquistati non devono essere di lusso e non possono superare i 90 mq.
Precise garanzie, quindi, ma che dovrebbero portare ad un’applicazione di tassi decisamente favorevoli. Tassi che vengono invece quotidianamente taciuti.
Non solo: nonostante sia vietato dall’Isvap (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo, ovvero l’authority delle assicurazioni), ai giovani che miracolosamente sono riusciti ad ottenere un prestito le banche propongono l’attivazione di polizze collegate al mutuo che, in caso di incendio, distruzione dell’immobile o di morte del contraente, garantiscono all’istituto di credito di rientrare di tutto il denaro prestato.
L’impegno sottoscritto dalla banche scompare, ma non è lo stesso per la liquidità che l’accordo porta agli istituti di credito e al business che gli illeciti portano nelle casse delle banche: si calcola infatti che tali violazioni delle norme di legge garantiscano un guadagno alle banche calcolato dai 7.000 ai 21.000 euro.
Ecco come in Italia il calpestare il diritto al lavoro porti alla cancellazione del diritto all’abitazione, del diritto al futuro e alla famiglia. Ecco come ogni giorno, in Italia, un articolo della Costituzione viene abbattuto in un drammatico tiro al bersaglio. Ecco come, in Italia, a pagare è sempre chi ha meno.
di Marco Besana
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