Oggi per la nostra rubrica Words from the world vi proponiamo la traduzione, a cura di Daniela Sala, di un articolo che approfondisce la tematica dei diritti umani legata ai Mondiali.
I movimenti di protesta brasiliani pretendono miglioramenti sociali e denunciano le spese per il Mondiale
Con una manifestazione a San Paolo l’8 maggio, svariati movimenti sociali brasiliani hanno dato il via a un programma di proteste che si protrarranno fino all’inizio del Mondiale per reclamare i diritti fondamentali e al tempo stesso denunciare lo sforzo che l’organizzazione del Mondiale ha richiesto per le casse pubbliche.
Fra i partecipanti a queste azioni c’erano oltre un migliaio di membri del Movimento dei Lavoratori senza Terra (MST), arrivati in città il giorno precedente in occasione della Giornata Nazionale per la Lotta per la Riforma Agraria.
I manifestanti hanno organizzato vari blocchi del traffico in diversi punti della città, compresa la centrale avenida Paulista, e occupato simbolicamente le sedi di alcune delle principali imprese che traggono benefici dai lavori per la Coppa del Mondo. La protesta è stata condotta proprio lo stesso giorno in cui la Presidente del Brasile Dilma Roussef si era recata a San Paolo per l’inaugurazione dello stadio Itaquerão, dove ilprossimo 12 giugno si celebrerà la cerimonia di apertura del Mondiale.
I promotori di questa campagna articolano le loro rivendicazioni in sei punti, tramite i quali vogliono simbolicamente paragonare le sfide sociali del paese con le sei coppe vinte dalla squadra brasiliana. Fra i punti principali c’è il diritto alla casa. Uno dei gruppi di manifestanti era infatti quello del Movimento dei Lavoratori Senza Casa (MTST) che ha rivendicato la costruzione di case sociali su un terreno di 68.000 metri quadrati di San Paolo occupato da questa organizzazione. Inoltre, gli organizzatori vogliono il controllo del prezzo degli affitti e la formazione di una commissione nazionale per prevenire gli sfratti forzati. Questa forma di protesta ha dato i suoi frutti, dato che la presidente si è riunita per 20 minuti con Guillerme Boulos, uno dei leader del MTST di San Paolo.
Un’altra rivendicazione dei collettivi è il miglioramento del sistema sanitario pubblico. Richiedono che il 10% del PIL venga destinato a questo settore, e che si metta fine alle sovvenzioni statali ai piani di sanità privata e alla privatizzazione dei servizi. Nell’agenda dei manifestanti ci sono anche il prezzo e il miglioramento dei mezzi pubblici, detonatore delle grandi manifestazioni dello scorso giugno. Viene reclamata la creazione di un fondo federale che diminuisca il costo dei biglietti fino ad arrivare alla tariffa zero sotto controllo pubblico. Vogliono anche che un altro 10% del PIL venga effettivamente destinato al finanziamento del sistema pubblico dell’istruzione, con la costruzione e l’ampliamento di nuovi asili e il mantenimento di un sistema di quote nelle università che garantisca la presenza delle minoranze.
Nell’ambito della giustizia, la campagna prospetta la costituzione di una commissione nazionale che studi la violenza di stato nelle favelas e nelle periferie urbane, la demilitarizzazione della polizia militare e l’eliminazione dei mezzi speciali contro manifestazioni e proteste. Infine, i manifestanti richiedono di permettere la presenza di venditori ambulanti nelle vicinanze degli stadi, attività proibita e limitata dalla Fifa, e un’efficace prevenzione dello sfruttamento sessuale.
Un altro lavoratore morto in un incidente
Altra richiesta: vitalizio per i familiari dei lavoratori dei cantieri morti o feriti durante la preparazione del Mondiale. Una rivendicazione di piena attualità, dopo che il 7 maggio ha perso la vita un operaio che lavorava nei cantieri dello stadio Cuiabá, una della sedi del Mondiale. Il deceduto, 32 anni, è morto a causa di una scarica elettrica. È il nono lavoratore che perde la vita durante i lavori preparatori.
La Coppa del Mondo di Calcio inizierà in Brasile il 12 giugno. La preparazione del Mondiale, così come quella delle Olimpiadi di Rio nel 2016, hanno richiesto un investimento di 25.600 milioni di reales (circa 8.200 milioni di euro) dei quali 8.900 (circa 2.870 milioni di euro) per la costruzione e la riprogettazione di stadi. Solo per quanto riguarda gli stadi, l’investimento è stato del 300% superiore rispetto alle previsioni iniziali. Per di più, le infrastrutture hanno richiesto lo sfollamento di più di 200.000 persone, per la maggior parte residenti nelle favelas e in comunità irregolari.
Fonte: otramerica.com
Traduzione di Daniela Sala
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