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Gli amici hanno la memoria corta

ESTERO, News / by Stefano Musumeci / Mag 03, 2011

Bin_ladenObama ha dato la notizia a tutto il mondo, con il sorriso sulle labbra: «abbiamo ucciso Osama Bin Laden». Il nobel della pace ha sottolineato di aver autorizzato il blitz che ha portato all’uccisione del numero uno di Al-Quaeda, che si trovava nascosto in un compound fortificato a circa 70 chilometri a nord di Islamabad, Pakistan . Il mondo ha accolto questa notizia con entusiasmo, migliaia di persone si sono raccolte attorno a “Ground Zero” – New York – per festeggiare la notizia e le stesse scene si sono ripetute in molte piazze del mondo; presidenti di tutti (o quasi) i paesi si sono affannati per fare i complimenti alla grande America, sostenendo che oggi la terra è un posto più sicuro.

Nato nel 10 marzo 1957 a Riyadh, capitale dell’Arabia Saudita;nel 1979 Bin Laden, a seguito dell’invasione dell’Afghanistan da parte di truppe sovietiche, decide di aiutare i fratelli musulmani contro i “senzadio” comunisti, investendo le proprie ricchezze per reclutare volontari, e, in seguito, per addestrarli e per fornirgli le armi necessarie per combattere al fianco dei mujaheddin afgani. Crea così il gruppo del “Fronte di salvezza islamico“, potendo tra l’altro contare, oltre che sui propri fondi personali, anche sull’aiuto economico proveniente dagli Stati Uniti e sul appoggio della Cia.

Vinta la battaglia contro l’Unione Sovietica, nel 1991 fa ritorno in Arabia Saudita, dove vi trova stanziate le forze armate statunitensi impiegate nella prima guerra contro l’Iraq. Questo fatto lo colpisce profondamente, ritenendo un’ingiustizia la presenza di truppe infedeli sul sacro suolo del Profeta Maometto. Si convince così che è arrivato il momento di combattere l’altra superpotenza infedele; quegli stessi Stati Uniti che lo avevano in precedenza sostenuto e finanziato. Fonda così Al Qaeda (la Base), un’organizzazione del terrorismo integralista islamico che compirà attentati tanto all’interno quanto all’esterno dei confini statunitensi. Trasformandosi in uno dei BLOWBACK (parola che la Cia usa per descrivere un’operazione che si rivolta contro il proprio creatore) più famosi nella storia dei disastri compiuti negli anni dalla Cia.

«Giustizia è fatta». Così ha concluso il presidente americano; ma  la morte di quest’uomo non riporterà in vita le vittime dell’undici settembre e nemmeno le migliaia di innocenti uccisi ogni anno dalle operazioni “anti-terrorismo”. Oggi non c’è nulla da festeggiare, il terrorismo di qualunque matrice non finisce qui, ma voi se avete la forza gioite pure.

Continuiamo così. Restiamo DISumani.

 

di Stefano Musumeci

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