Per un primo, terribile momento, ho temuto di essermi sbagliato.
Ti svegli alle 5 del mattino con gli occhi gonfi e un treno da prendere, alle 8 arrivi a Genova che hai già bevuto 4 caffè, una bella scarpinata dalla stazione Principe a Palazzo Ducale e… la mostra non c’è.
Te ne stai lì come un’idiota a fissare il maestoso ed enorme striscione sopra le scalinate di ingresso che dice: Mirò! Poesia e luce, pensando (con tutto il rispetto possibile per il famoso pittore surrealista) che che diamine dici ai tuoi amici ora, loro che si aspettano la mostra di Steve McCurry come da te promesso, quando noti qualcosa sul lato sinistro dell’edificio. Un manifesto che sarà un quinto del precedente, indicante l’ingresso all’evento che cerchi da quella che sembra l’entrata delle cantine (scusate, si dice sottoporticato) del palazzo.
Tiri un sospiro di sollievo, fai cenno agli amici di seguirti, ti avvii. 8 biglietti, grazie, sconto studenti. Fanno 9 euro ciascuno, signore. Tenga. Eccovi le audioguide: il vostro Viaggio intorno all’uomo può cominciare.
Scoperta. Vertigine. Poesia. Stupore. Quattro aree tematiche per più di 200 foto, scattate in tutto il mondo da questo maestro della fotografia e disposte secondo un allestimento meraviglioso. Io e l’arte abbiamo sempre percorso strade diverse, lo ammetto, ma per due ore sono rimasto totalmente rapito dalle storie che queste immagini raccontavano. Gioia e sofferenza, speranza e rassegnazione, euforia, tristezza, paura, dedizione. C’era tutto dentro. Parlavano.
L’unica cosa che un po’ mi è dispiaciuta vedere sono state le foto “italiane”, con il signore coppola e sigaro e le statue con gli angioletti piangenti. Stereotipi tramite cui sovente veniamo bollati all’estero e nei quali non mi ci riconosco. Amen, non si può avere tutto.
Non avrebbe molto senso dilungarsi oltre nel cercare di spiegare ciò che non si può mettere per iscritto, se non offrendovi qualche patetico scatto della mia digitale, pallide copie delle originali. Ma per queste avete tempo fino al 24 febbraio. A Genova, Palazzo Ducale. Ne vale la pena.
PS: Non mi sono “dimenticato” di ieri. Ma sono stanco di vedere il mondo che “non si dimentica” ieri, mentre pare venir colpito da amnesia fulminante i restanti 364 giorni dell’anno. Per la pace e la libertà dei popoli, sì. Però sempre.
di Marco Pozzoli
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