Il curioso caso di Benjamin Italy, il paese che (non) funziona al contrario
News / / Mag 13, 2012
La tragicomicità del nostro paese potrebbe avere un suo risvolto umoristico, se la situazione italiana non fosse tanto disperata.
Questo è più o meno ciò che ho pensato mentre completavo la mia consueta rassegna stampa online della domenica pomeriggio, mentre constatavo che l’unica notizia che non mi lasciasse sgomento o atterrito erano i festeggiamenti per lo scudetto della Juventus.
Già perché, oltre al calcio, questo era ciò che si poteva trovare sulle pagine web di tutte le maggiori testate nazionali.
Il ministro del lavoro che sega le gambe ai lavoratori. Ultima notizia il suo decreto per salvare la pelle ai 65mila esodati “individuati” dal ministero. E per gli altri 300mila che il ministero si è dimenticato per strada? “Si vedrà” cit. Tradotto, cavoli loro.
F-35 miliardi. Non ci sono soldi per mandare in pensione i poveracci sopracitati? Ma chissenefrega, l’importante è acquistare una bella flotta aerea nuova nuova. 131 caccia bombardieri americani modello deluxe per difenderci dalle invasioni degli Unni da Nord e dei Borboni da Sud. Costo stimato di tutto l’ambaradam: 17 miliardi di euro e rotti, che raddoppieranno facilmente con la manutenzione dei preziosi gingilli. Più o meno un’intera finanziaria, niente male.
Le bambine di Papi. Cavallo di battaglia evergreen di molti quotidiani, in particolare in questi giorni va di moda riportare le conversazioni telefoniche tra il caro vecchio premier e le sue amichette (divenute poi consigliere, attrici, etc). Roba da telepromozioni erotiche di terza serata, altro che politica.
Gli sghei del Trota. O meglio, i soldi che la Lega incassava attraverso il finanziamento pubblico ai partiti e con cui a sua volta rifinanziava le notti brave del pluribocciato nonché consigliere regionale rampollo del Senatur. Si parla di centinaia di migliaia di euro l’anno. Però.
Il magistrato confuso. A chiudere questa galleria degli orrori ci ha pensato Pietro Grasso, procuratore nazionale antimafia che sabato ha detto che “darebbe un premio a Berlusconi e al suo governo per la lotta alla mafia intrapresa durante il suo mandato, che ha consentito di confiscare ai mafiosi beni per 40 miliardi di euro”. Ora, nessuno mette in dubbio gli eccellenti risultati ottenuti negli ultimi anni, ma dipingere come paladino della lotta alla mafia uno che nel suo curriculum penale è stato indagato, tra le altre cose, per Concorso esterno in associazione mafiosa e Concorso in strage, è davvero troppo. Ancora di più se accade a pochi giorni dal ventennale della strage di Capaci, in cui Giovanni Falcone perse la vita assieme alla sua compagna ed alla sua scorta.
(Triste) morale della favola: siamo un paese che funziona al contrario, un “curioso caso di Benjamin Button” della vita quotidiana, dove i magistrati ringraziano i mafiosi, i ministri rubano ai poveri per dare ai ricchi (o ai guerrafondai, va bene uguale), e rampolli raccomandati ed escort varie occupano le poltrone che contano, il tutto a spese dello stato (cioè, nostre).
Il calcio era l’unica cosa normale in questa domenica, e dalla prossima non si potrà che peggiorare. Il campionato finiva oggi.
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