Venerdì, negli Stati Uniti, verrà celebrata la Giornata in onore dei Coniugi dei militari (Military Spouse Day). Fissata dal Presidente Reagan nel 1983, ogni anno, il Venerdì precedente alla Festa della Mamma, l’America riconosce i contributi significativi, il supporto e i sacrifici dei consorti delle loro forze armate.
Erroneamente, in Italia la ricorrenza viene tradotta con “Giornata delle Mogli dei militari”, commettendo un’ingenuità figlia del secolo scorso: nell’esercito Usa le donne sono oggi 214.098, il 14,6% del totale, molte delle quali sposate.
Venerdì, come ogni anno, Barack Obama terrà un discorso celebrativo. Come ogni volta, nonostante verrà più volte affermata la difficoltà e la sofferenza con le quali devono convivere uomini e donne che aspettano, a casa, il ritorno della persona amata, è prevedibile che non ci sarà alcun riferimento alla possibilità di ridurre il numero di membri dell’esercito, nonché il numero di missioni all’estero. E’ il motivo che accompagna ogni riflessione popolar-populista di matrice liberal-conservatrice: se si vuole fare qualcosa in aiuto di chi soffre per la guerra, si fanno donazioni, si celebrano giornate (c’è un sito internet governativo apposito per “supportare i nostri eroi”); ma l’eventualità di eliminare la causa di tali sofferenze, non viene neppure considerata.
Allo stesso modo, lo sponsor del Military Spouse Day non ha nulla a che fare con organizzazioni che ripudiano la guerra, bensì è un fornitore di abitazioni nei pressi di basi militari.
di Pietro Crippa
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