Lui è tornato – Timur Vermes
News / / Nov 14, 2013
Autore Timur Vermes
Edizione Bompiani
Pagine 443
Tre righe sul libro (o quasi)
Adolf Hitler si risveglia, oggi, in un campo da calcetto di Berlino e, lì per lì, pensa di essere ancora nel 1945, magari pochi minuti dopo un tentato suicidio andato male. Ma le date sui quotidiani sono chiare: è il 30 Agosto 2011. Ed è da questa constatazione, tanto assurda da essere credibile, che il Fuhrer comincerà a fare quello che sa fare meglio: costruirsi un esercito di adepti.
La mia citazione preferita
L’edicolante mi chiese: “Che lavoro fa?”
Be’, che lavoro facevo? Che cosa avrei dovuto dire?
“Dunque io… al momento mi sono… ritirato” […]
“Ha un telefono? Una Mail?” continuò il giornalaio.
“Ehm…”
“Mi dica allora, dove abita?”
Ecco un punto davvero dolente. D’altronde, quell’uomo non sembrava tramare niente di disonorevole. Decisi di rischiare.
“Attualmente la questione della mia abitazione è … come potrei dire… è piuttosto complessa…”
“Ho capito. Forse ha una fidanzata e vive da lei?”
Per un attimo pensai a Eva: dove poteva essere?
“No,” mormorai avvilito. “Non ho una compagna. Non più.”
“Ah.” Replicò il giornalaio. “Comprendo. La storia è terminata da poco.”
“Sì.” Ammisi “E’ una faccenda… ancora fresca per me.”
“Negli ultimi tempi le cose non funzionavano più, eh?”
“E’ proprio così” dissi, e annuii. “Il mancato attacco dei reparti di Steiner è davvero imperdonabile.”
L’edicolante mi guardò, confuso: “Mi riferivo alla sua fidanzata. Di chi è la colpa?”
“Non lo so” ammisi “Ma in ultima analisi di Churchill. Di sicuro.”
L’uomo rise. Poi mi scrutò pensieroso per un istante.
“Mi piace il suo modo di fare. Presti attenzione: le faccio una proposta.”
“A me?”
“Sì. Non so quali siano le sue esigenze. Tuttavia, se non ha particolari aspettative, può dormire qui per una o due notti.”
“Qui?” Mi guardai intorno.
“Può permettersi l’Hotel Adlon?”
Aveva ragione. Abbassai lo sguardo, imbarazzato.
“Come può vedere, sono praticamente nullatenente…” ammisi.
“Be’, allora. Ma non c’è da stupirsi che sia ridotto così, visto che non osa mostrare a tutti il suo talento. Non deve nascondersi.”
“Non mi sono nascosto!” protestai. “Le bombe cadevano come grandine!”
“Sì, sì” con un gesto mi invitò a tacere “Allora, riepilogando: lei rimane qui due giorni, e io parlo con un paio dei miei clienti. Il ‘Theater Heute’ è arrivato ieri insieme a uno dei mensili cinematografici: presto verranno tutti a comprarli, uno dopo l’altro. Forse riuscirò a organizzarle qualcosa. Sinceramente, non sarebbe neppure necessario che sapesse fare l’imitazione: la sola uniforme è già perfetta e convincente…”
“Intende dire che posso rimanere qui?”
“Per il momento, sì. Di giorno, rimarrà qui con me, cosicché se viene qualche cliente in grado di aiutarla posso presentarglielo subito. Se non arriva nessuno, invece, avrò una compagnia che mi farà ridere. O forse ha un altro posto dove stare?”
“No,” risposi “a parte il bunker…”
L’edicolante rise. Poi la sua risata si interruppe all’improvviso.
“Dica, non è che mi saccheggerà l’edicola?”
Lo guardai indignato: “Le sembro forse un delinquente?”
Mi guardò: “Mi sembra Adolf Hitler.”
“Appunto,” dissi io.
Oggi ve lo consiglio perché
Destabilizza, e molto, il lettore. Si parla di Adolf Hitler, proprio colui che, dalla quinta elementare abbiamo imparato a identificare come l’incarnazione del diavolo, non un cattivo, bensì il cattivo. Vermes lo sa e si guarda bene dal mettere in discussione questa immagine. Ma immergendo il personaggio nella Berlino (e cioè nell’Europa) contemporanea, ci si accorge di quanto assurdo, ipocrita e viscidamente calcolatore sia il mondo politico di oggi, così tanto da potersi rivelare una piattaforma di lancio perfetta per chi, come il Fuhrer, ha fatto della propaganda una ragione di vita.
La cosa bella è che la lettura è massimamente leggera e scorre via quasi a leggere un romanzo di Ammaniti, con una serie incredibile di conversazioni al limite del comico ma tutte – ed è proprio questo il lato inquietante e, allo stesso tempo, di massimo interesse – rigorosamente iper-realistiche. In appendice, l’autore spiega dettagliatamente tutti – e sono molti – i riferimenti storici contenuti nel libro, dalle curiosità sulla vita privata di Hitler ai nessi con i grandi fatti storici.
di Pietro Crippa
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