Articolo 13 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.
2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio Paese.
Italiani, palestinesi e siriani. Alcuni amici, qualche collega, altri sconosciuti. Incontrati quasi per caso alla Stazione di Porta Garibaldi a Milano. Venti persone per fare ciò che è giusto. Venti persone che per aver difeso i Diritti umani rischiano il carcere. IO STO CON LA SPOSA è “una storia fantastica. Eppure dannatamente vera”.
È il documentario di un viaggio, dall’Italia alla Svezia, per accompagnare cinque viaggiatori là dove credono possano esservi maggiori possibilità di vita. Gli italiani hanno i passaporti, possono tranquillamente attraversare i confini che sulle mappe delimitano territori che ad altri sono preclusi. Questi altri, per non possedere un pezzo di carta, non posso godere dei diritti che invero avrebbero come esseri umani.
Quando la giustizia diventa un rebus.
Si inscena un matrimonio. Una ragazza fa la sposa, l’altro lo sposo, poi ci sono i due testimoni e un amico. Gli italiani sono gli invitati. Non fermeranno mai un corteo matrimoniale alla dogana.
Si forma la carovana, la macchina con gli italiani davanti, in modo da avvisare per tempo alla vista di un posto di blocco; quella con la sposa e i “parenti” dietro, attaccata al cellulare per imboccare l’uscita autostradale più vicina al primo segnale d’allarme.
Illegalissimo. Eppure giusto. E non solo perché lo dice il buon senso. Giusto perché lo dice la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
IO STO CON LA SPOSA è il documentario di questa avventura. Paradigma di ciò che oggi accade sempre più spesso: se difendi la giustizia, sei contro la legge.
Per saperne di più –> pagina Facebook di IO STO CON LA SPOSA
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di Pietro Crippa
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