Articolo 13 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani:
1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.
2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio Paese.
Thomas de Maizière, ministro dell’Interno tedesco, cristianodemocratico, ha sollevato la questione dell’istituzione di cosiddetti “centri di accoglienza ed espatrio” per richiedenti asilo e rifugiati, che potrebbero venire creati nei paesi di transizione come l’Egitto: da quel momento si potrà decidere direttamente da lì “chi torna a casa e chi viene in Europa”.
Secondo la proposta di de Maizière, i centri potrebbero essere gestiti dall’UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Il ministro ha detto alla televisione tedesca ZDF di star puntando a velocizzare le decisioni sull’accoglienza o il respingimento in considerazione del fatto che il numero dei migranti continuerà a crescere nei prossimi anni.
Così, nella volontà del ministro, “coloro che meritano la protezione verranno accolti velocemente”, per esempio per dare sicurezza ai profughi di guerra del Medio Oriente. In cambio, de Maizière vorrebbe rimandare indietro più in fretta coloro che provengono dai cosiddetti paesi terzi più sicuri. L’idea di simili centri viene inoltre motivata dal ministro con la speranza di così distogliere la gente dall’intraprendere una rischiosa traversata in mare.
L’organizzazione per i diritti dei migranti Pro Asyl ha parlato al telegiornale di un “chiaro segnale del rifiuto di effettuare salvataggi in mare”. Secondo Pro Asyl, la proposta di de Maizière non è altro che un “marketing cinico” per “svendere come umana” la fine del programma di salvataggio Mare Nostrum.
Rinnovamento della politica migratoria dell’UE?
Pro Asyl ricorda il tentativo dell’ex Ministro dell’Interno tedesco Otto Schilly. Nel 2004 aveva proposto la creazione di centri di accoglienza in Nordafrica per esternalizzare le procedure di asilo fuori dall’Unione, senza il diritto vigente in Germania. L’idea non è mai stata messa in atto.
Ma de Maizière ha in mente qualcosa di diverso. Nel governo tedesco e sui tavoli dei ministeri degli Interni, della Giustizia e degli Esteri, si discute da settimane sul fatto che la politica europea sui rifugiati debba rinnovarsi. A questo scopo al governo è stata istituita una commissione, cui appartengono i rappresentanti responsabili del Ministero degli Affari Esteri, il Ministero degli Interni e quello dello Sviluppo. Tra le riflessioni attuali c’è anche quella della possibilità di vita a questi centri. Ma non allo scopo di tenere tutti i migranti lontani dall’UE e di smantellare le procedure giudiziarie per la gestione delle domande d’asilo.
Si tratta, secondo quanto si afferma negli ambienti del governo, di continuare a condurre come prima le procedure di asilo, e di dare ai possibili migranti economici l’occasione di richiedere il permesso di vivere in Unione Europea sulla base di una nuova legge sull’immigrazione.
Accoglienza positiva al Ministero degli Affari esteri
“Senza una simile regolamentazione i cosiddetti centri di accoglienza non avrebbero credibilità”, ha detto un alto funzionario del governo. “E senza credibilità non si riuscirà mai a distogliere la gente dalla pericolosa via del mare”.
Come corre voce nel governo, non è ancora stato deciso se ci sarà una nuova legge sull’immigrazione in Germania e nell’UE. E non si sa nemmeno se si riuscirà a obbligare l’Unione a mettere in atto una politica sui rifugiati che sia più equa. La proposta di de Mazière è stata accolta con favore dal Ministero degli Affari Esteri. Il Ministero dell’Interno ha perseguito negli ultimi anni una linea restrittiva; per questo, le dichiarazioni di de Mazière sono state lette come una sorta di adeguamento alla linea.
di Stefan Braun, Süddeutsche Zeitung
traduzione di Elisa Proserpio
Comments 0