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#MOVIMENTO: Cos’è Frontex

ESTERO, News / by Redazione / Giu 03, 2014

Articolo 13 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.
2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio Paese.

 

Dimostrazione anti Frontex a Varsavia nel 2008

Contro i diritti umani

Quando si parla di tragedie dei migranti nel Mar Mediterraneo, prima o poi si sente parlare di Frontex. Che viene dichiarato il colpevole, oppure la soluzione a tutti i problemi. Ma cos’è Frontex di preciso, e quali compiti ha?

Cos’è Frontex

Secondo la descrizione ufficiale, Frontex è l’agenzia comunitaria UE per la sicurezza dei confini esterni. Agenzie di questo tipo sono state istituite anche per altri compiti di responsabilità dell’Unione. Dato che la funzione principale di Frontex consiste nella sicurezza dei confini esterni dell’UE, l’agenzia è a tutti gli effetti lo strumento principale dell’UE e dei suoi stati membri per la lotta alla migrazione “illegale”.

Frontex è stato fondato nel 2005 con l’ordinanza 2007/2004 EG e ha sede a Varsavia. Ci lavorano da 2 a 300 addetti, di cui circa più di 100 come contractor, cioè persone impiegate con contratti di servizio a tempo determinato.

Viene guidato da un direttore esecutivo e da un consiglio d’amministrazione, nel quale sono rappresentati gli stati membri e la Commissione europea. È importante sottolineare che gli impiegati non sono paragonabili a poliziotti, ma sono funzionari con sede a Varsavia.

Cosa fa Frontex

In breve, Frontex dovrebbe assolvere a questi compiti:

  • analisi del rischio: ovvero valutazioni su quanto siano ben protette contro gli sconfinamenti illegali particolari porzioni di confine, e in quali punti ci si aspetta avvengano molti di questi sconfinamenti. Detto altrimenti, Frontex dovrebbe analizzare il “pericolo” della “migrazione illegale” di particolari zone.
  • operazioni congiunte: ovvero le operazioni ordinarie. “Congiunto” si riferisce al fatto che sono coinvolti diversi stati membri.
  • standard comuni per la formazione dei funzionari di confine in Europa, in riferimento ai contenuti da apprendere. Frontex naturalmente può solo sviluppare questi standard, ma non è obbligato a introdurli nei vari paesi.
  • Rabit: squadre d’intervento per le quali ogni stato membro deve mettere a disposizione un pool di funzionari che siano pronti alla missione nel giro di cinque giorni. Questi funzionari di confine vengono  solo comunicati a Frontex, non si trovano in una “Frontex-caserma”. Gli interventi di Rabit si differenziano dalle normali operazioni congiunte: deve solo essere assicurato che un invervento possa essere messo in atto velocemente. Coordinazione di ricerca e sviluppo nell’ambito della sicurezza dei confini.
  • Espulsioni congiunte: anche qui Frontex ha il compito di coordinare. Gli stati possono comunicare a Frontex quante persone vogliono espellere, e dall’incrocio le espulsioni si possono condurre congiuntamente. In collaborazione con altre agenzie europee, Europol, organizzazioni internazionali e autorità di stati terzi.

Gli interventi di Frontex hanno luogo a partire da una richiesta di uno stato membro e sono sempre limitati nel tempo e nello spazio, anche se possono venire prolungati. Gli altri stati membri possono contribuire su base volontaria (!) con personale ed equipaggiamenti. La direzione degli interventi è data allo stato membro sul cui territorio ha luogo l’intervento. Tutti i funzionari che partecipano all’operazione sottostanno quindi al comando superiore dello “stato ospitante”.

Le operazioni più note e più grandi di Frontex finora sono state Hera, Poseidon e Hermes. Hera ha avuto luogo nell’Atlantico, tra Portogallo e Spagna a nord fino alle coste dell’Africa occidentale, in particolare intorno alle isole Canarie. Poseidon è stato un intervento ai confini graco-turchi, l’operazione Hermes si è concentrata nella parte meridionale d’Italia, soprattutto nell’isola mediterranea di Lampedusa.

Dal punto di vista di Frontex queste operazioni hanno avuto grande successo, dato che come conseguenza hanno avuto drastiche riduzioni nel numero degli arrivi dei migranti. La percentuale di riduzione oscilla tra il 60% nell’Italia del sud e il 90% nell’Atlantico. Ma la valutazione positiva di Frontex tralascia altri fattori: il successo maggiore verrebbe dal trattato di amicizia italo-libico del 2008, che ha obbligato la Libia ad ostacolare la partenza delle persone verso l’Italia.

Se si osservano i dati statistici sulla migrazione nel sud Europa, come per esempio viene pubblicato e trascritto su mappe dallo stesso Frontex, è chiaro che le operazioni non hanno fermato la migrazione verso l’Europa e nemmeno l’hanno ridotta sensibilmente. Invece, le rotte migratorie preferite si sono semplicemente spostate, e si sono accresciuti i rischi mortali di queste rotte.

Alcuni interventi hanno avuto luogo in paesi esterni all’UE, i cosiddetti stati terzi. Lo scopo di queste contestate operazioni, di regola, è quello di ostacolare la migrazione non voluta prima che questa raggiunga l’Europa. A questo scopo per esempio i funzionari degli stati terzi possono ricevere consiglio su come i viaggi dei migranti possano venire ostacolati con efficacia.

Perché siamo contrari a Frontex

La critica più importante nei confronti di Frontex è il suo ruolo di agenzia anti-migrazione. Basta un’occhiata alle motivazioni delle considerazioni del testo di legge: secondo il testo, la migrazione non regolata e illegale sarebbe una delle più grandi minacce della nostra società, dell’ordine pubblico e della salute pubblica. In combinazione con le regole sempre più restrittive per l’accoglienza dei migranti in tutta Europa, Frontex è diventato il simbolo della “fortezza Europa”.

In secondo luogo, Frontex si allontana ampiamente dal controllo parlamentare. I deputati dell’Europarlamento possiedono sì il diritto di formulare questioni di fronte alla Commissione, ma troppo spesso questo diritto si ferma davanti a risposte circostanziali ed evasive. Più o meno ugualmente scarse sono le possibilità dei deputati nei loro stati.

Se l’intervento non ha avuto luogo nel proprio paese, non c’è possibilità di saperne qualcosa. Questo problema è stato rafforzato, anche perché Consiglio e Commissione hanno attribuito la responsabilità per il mantenimento dei diritti umani alle operazioni di Frontex, ma non hanno mai voluto esserne diretti responsabili.

Ultimo, ma non da ultimo, i problemi non riguardano solo Frontex, ma anche le competenze dell’UE. Ovvero: in Europa ci sono un sistema comunitario per la protezione dei confini (cioè Frontex) e regole comunitarie per la somministrazione dei visti, ma ad oggi non c’è ancora nessun sistema comunitario che aiuti i richiedenti asilo, chi è in stato di necessità e chi cerca lavoro provenendo da stati terzi.

Fino a che questo problema non verrà affrontato, non potrà cambiare nemmeno il ruolo di Frontex come agenzia anti-immigrazione.

Articolo: Lorenz Krämer per Europa-Links.EU

Immagine: Wikipedia

Traduzione a cura di Elisa Proserpio

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