Che un “pezzo” di uno stato si possa trovare, da un giorno all’altro, appartenente a un altro, è già cosa di per sé strana. Ma se si dà un’occhiata ai contenziosi attualmente attivi nel mondo, la stranezza viene ribaltata e ci si chiede come sia possibile che di annessioni, così come di cessioni, territoriali ce ne siano così poche.
Settimana scorsa, Internazionale.it ha pubblicato un articolo che riassumeva le conclusioni della CIA sulla base degli ultimi rilevamenti del World factbook, una pubblicazione annuale che riporta i dati statistici fondamentali e una sintesi di informazioni riguardanti tutti i paesi del mondo.
Nella mappa qui sotto vedete colorati di rosso tutti gli Stati che, in qualche modo, sono implicati in dispute con uno o più paesi per la sovranità su regioni, tratti di mare, isole o confini.
Sulla fonte è possibile leggersi, per ogni Stato, le caratteristiche dei contenziosi. Su quasi duecento Paesi, centoquaranta risultano protagonisti, attivi o passivi in trattative per il controllo di qualche “pezzo di mondo”: estendere il proprio dominio su quella striscia particolarmente ricca di risorse, appropriarsi di quella regione utile per gli scambi commerciali, difendere una colonia preziosa per la sua posizione strategica. Ognuno cercando di ruggire più forte, ognuno con i propri denti, per intimidire l’altro candidato alla leadership del branco.
Il Kashmir, la regione a Nord Ovest dell’India, resta il territorio più “caldo” al mondo, se non altro perché gli Stati a contenderselo sono tre potenze nucleari: Cina, Pakistan e la stessa India. L’Europa non è priva di problemi di questo tipo e Russia e Cina restano i Paesi con il maggior numero di questioni aperte
di Pietro Crippa
immagini: internazionale.it
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