Norman G. Finkelstein (qui il suo sito internet personale) è uno storico e politologo statunitense.
Nato a New York nel 1953 da genitori ebrei scampati ad Auschwitz, Finkelstein ha concentrato suoi studi sulla questione israeliano-palestinese, nei confronti della quale ha assunto posizioni fortemente anti-sioniste.
Il sionismo, va ricordato, non è un movimento religioso, bensì politico, fondato nel 1896 da Theodor Herzl, il cui fine è affermare il diritto di autodeterminazione del popolo ebraico. La maggior parte degli ebrei ortodossi è anti-sionista per il semplice fatto che, secondo loro, la salvezza arriverà con l’avvento del Messia, non con la colonizzazione di una “Terra promessa”.
Finkelstein, in particolar modo, punta il dito contro tutte quelle personalità, politiche e non, che hanno letteralmente sfruttato la tragedia dell’Olocausto al fine di avere agevolazioni e premi finanziari atti ad arricchire lo Stato di Israele, mostrando di non avere, in primo luogo, rispetto per se stessi e per i propri parenti uccisi dai Nazisti.
Non una posizione semplice quella di Finkelstein, professore ebreo all’università di Chicago, che non perde occasione per criticare l’asse U.S.A.-Israele. Dopo numerose difficoltà e il conseguente ritiro dall’insegnamento (non senza voci riguardo a pressioni esterne), Finkelstein definì la lobby israeliana come il più potente gruppo d’interesse del mondo (qui trovate l’intervista, avvenuta il 16 Settembre 2007).
Il 23 Maggio 2008, a Finkelstein fu negato l’ingresso in Israele in quantosospettato di intrattenere rapporti segreti con Hezbollah. I sospetti emersero a seguito di un’intervista durante la quale spiegò come ” Hezbollah rappresenta la speranza. Combattono per difendere la propria terra e l’indipendenza della propria nazione; difendono se stessi dai predatori, dai vandali, dagli assassini stranieri”. Qui trovate il video dell’intervista con i sottotitoli in italiano.
Di seguito pubblichiamo un ben più breve e semplice intervento all’università di Waterloo. Credo sia sufficiente per capire con chi si ha che fare.
di Pietro Crippa
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