Articolo 22 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
Ogni individuo in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale nonchè alla realizzazione, attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l’organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.
Da Lunedì scorso, in Repubblica Centrafricana vige un nuovo divieto: quello di inviare SMS dai cellulari. “Su indicazione del governo […] al fine di contribuire al ripristino della sicurezza nel paese, l’uso di SMS da parte degli abbonati di telefonia mobile è del tutto sospeso,” così, riporta l’agenzia Reuters, ha dichiarato il Ministero delle telecomunicazioni. Gli utenti di telefonia mobile in Repubblica Centrafricana hanno ricevuto un messaggio in francese che li avvisava della novità: “SMS non consentiti.”
Il decreto ha lo scopo di promuovere la sicurezza all’interno del Paese dopo più di un anno di violenze di matrice etnica, religiosa e commerciale. In particolare, la decisione del governo arriva dopo diverse giornate di manifestazioni sanguinose a Bangui, la capitale, e in seguito a minacce di scioperi generali, disagi organizzati per chiedere le dimissioni del governo di transizione salito a Gennaio. Domenica, il primo ministro Andre Nzapayeke ha fatto un appello alla popolazione per tornare a lavorare a Bangui dopo i diversi giorni di proteste che hanno paralizzato la capitale.
Per quanto riguarda il, quantomeno, originale tentativo di ristabilire la sicurezza, il sito web Jeune Afrique informa di una lettera inviata a quattro operatori di telefonia mobile nazionale ordinando loro di sospendere il loro servizio SMS fino a nuovo avviso, ma è possibile che quest’ultimo arrivi già in questi giorni.
Casus belli è stato un attacco mortale contro una chiesa Mercoledì scorso, rivendicato dai ribelli Seleka.
Nel Marzo del 2013, il Capo di Stato Bozizé è stato costretto alla fuga dopo la presa della capitale da parte dei ribelli Seleka, che avrebbero tratto vantaggi commerciali grazie alla salita al potere di uno dei propri leader: Michel Djotodia
Incapace di gestire i propri alleati, il 10 gennaio 2014 Djotodia si dimette insieme al suo Primo Ministro. Dieci giorni dopo Catherine Samba-Panza, viene eletta Presidente di transizione della Repubblica Centrafricana grazie al voto del parlamento, ma le proteste non si fermano.
L’Unione Africana, la Francia e l’Unione Europea hanno stanziato più 7.000 soldati nel Paese, ma la popolazione continua ad abbandonare le proprie case e il provvedimento anti-SMS ha già assunto i tratti di un ennesimo colpo a vuoto, all’interno di una situazione sempre più caotica.
di Pietro Crippa
immagini: BBC
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