Non è vero che il premio Nobel è una semplice onorificenza senza effetti reali sulla vita quotidiana. Quello per la Pace, in particolare, se non analizzato criticamente, si finisce con l’interiorizzarlo, ritenendolo, tutto sommato “giusto”.
Premetto: chi scrive non crede sia stata una scelta sbagliata quella di conferire il Riconoscimento all’UE. Soprattutto bisognerebbe evitare, tra coloro che non sono d’accordo con la decisione di Stoccolma, di fare continui riferimenti alle guerre degli Anni ’90 e agli eserciti sparsi per tutto il globo dal 1945 in poi: sono realtà nazionali, non europee; dipendono dalle singole forze politiche, non dalle decisioni di Bruxelles.
Però chi scrive vorrebbe anche ribadire ciò che aveva già detto diversi mesi fa: ci sono tanti modi di fare violenza e “pace” non significa solo “assenza di guerre”. Nelle motivazioni del comitato norvegese si fanno continui riferimenti al rispetto dei diritti, ma dove sono i diritti quando ci si toglie la vita perché non si ha un lavoro? Dove sono i diritti quando la stampa, la televisione e l’istruzione (!!!) sono controllate dagli organi politici? Dove sono i diritti quando si approvano “pacchetti sicurezza” contro il diritto alla vita degli altri? Dove sono i diritti quando si chiude un occhio tutte le volte che qualcun altro viola questi stessi diritti?
La qualità della vita in Europa è davvero la migliore esistente tra tutti i continenti del mondo. Ma il Premio Nobel per la Pace non è un premio limitato alle sole aree geografiche. Siamo sicuri che non c’è nessun’altra persona, nessun’altra associazione che se lo sarebbe meritato?
Anche perché non posso fare a meno di apprezzare l’incredibile tempismo nel dare un premio a una realtà che mai, negli ultimi 60 anni, ha passato un periodo di di tale crisi, e non parlo solo dell’aspetto economico. Come dicevo all’inizio, il conferimento di un Premio Nobel “fa notizia” e la notizia, si sa, se ben veicolata, agisce sulla mente delle persone. Non sembra anche a voi che, da oggi, l’Europa sia un po’ più simpatica?
di Pietro Crippa
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