L’invito arriva da parte del Comitato Olimpico dell’Uzbekistan: partecipare ad un programma di sviluppo del Nuoto in uno stato conosciuto. Il Paese di Samarcanda, la città della “via della seta”; di Andijan, la città focus del massacro di imprenditori occorso nel 2005, ma anche il Paese conosciuto per essere il secondo produttore di cotone mondiale (nonostante poco più grande dell’Italia).
LA CAPITALE
L’accoglienza all’aeroporto della capitale Taskent è principesca per uno invitato come “semplice allenatore di nuoto”: nei due giorni di relax in attesa del trasferimento ad Andijan dove avrei incontrato la nazionale di nuoto, vengo scortato nella visita del Museo Olimpico creato da “the President” (così chiamano Islam Karimov); nel Museo nazionale ove alloggiano i fasti dell’imperatore Tamerlano quando l’Uzbekistan era il centro della civiltà Timuride e dell’Asia Centrale Musulmana; al Minareto ove è custodita una delle poche copie originali al mondo del Corano, scritta su pagine di pelle di animale, fino ai ristoranti della città che risentono dell’influenza turca e persiana della quale il Paese è stato oggetto di conquista nella storia, e quindi dove il gusto del “bello” è assolutamente messo in giusto rilievo.
Il trasferimento ad Andijan, la città interessata a diventare il centro dello sviluppo del nuoto nazionale avviene in aereo nonostante i soli 400 km circa di distanza: poi si capirà il perché.
ANDIJAN
E siamo ad Andijan.
La città offre da subito un panorama molto diverso rispetto a quello goduto nella capitale. La città è oggetto, oggi, di ricostruzione dopo le violenze e i saccheggi del 2005..
Colpisce l’attrezzo tecnologicamente più evoluto che ho visto utilizzare dalle centinaia di persone addette appunto ai lavori di ricostruzione di fabbricati e strade: il badile.
E’ per questo che i fabbricati di Andijan non sono più alti di 2 piani, perché i mattoni li portano su con le carrucole e perché sui muri perimetrali le persone che lavorano, ci camminano liberamente e senza alcuna protezione.
L’asfalto, naturalmente, è un optional e quindi le lingue di terra che si usano come strade non sono oggetto di alcun tipo di manutenzione che possa consentire di spostarsi senza distruggere le sospensioni e le gomme delle auto oltre i 40 km orari.
IL CENTRO SPORTIVO
Prima di iniziare i lavori presso la piscina, vi è il giorno conoscitivo del Centro Sportivo di Andijan: è un College (le nostre scuole superiori) che ospita sino a 700 iscritti, che studiano e dormono in questa “piccola cittadella” per ragazzi. Lo Stato aiuta economicamente le famiglie indigenti nel pagamento della retta per i figli.
A differenza della concezione, per esempio, italiana, l’approccio alla memoria è assolutamente significativo anche in ambito sportivo. E allora ecco, nel salone di ingresso del College, una parete tappezzata dalle foto degli allenatori più famosi dello stato dell’Uzbekistan.
In alto, sulla parete del palazzetto dello sport troneggia una scritta gigantesca che cita: “LA SCIENZA E LO SPORT PRIMA DI OGNI COSA”. Interessante è poi notare, quando lo sguardo scende in mezzo al campo ove centinaia di ragazzi svolgono discipline sportive diverse contemporaneamente, la presenza di membri dell’esercito armati, posti a presidio continuo durante le ore di sport.
Se uno studente arriva al termine del percorso formativo scolastico con 3 materie con buoni voti ed una disciplina sportiva nella quale eccelle a livello nazionale, ha diritto all’Università a titolo gratuito.
Vengo accompagnato nella visita, del gigantesco complesso, che ospita, oltre alle aree studio, alle aree refezione e alle aree alloggio, anche delle aree deputate a far svolgere fino a 28 discipline sportive diverse.
Tutti i ragazzi del College, hanno definito il programma giornaliero e settimanale che prevede il loro impegno continuo dalle ore 06.00 (la sveglia) alle ore 23.00 (il silenzio nelle camere), passando per lezioni ed allenamenti sportivi nelle discipline che scelgono, sia al mattino, che al pomeriggio.
LA PROPAGANDA
La presentazione dell’attività sportiva del nuoto, simboleggia le modalità di vita del paese intero: “sa, noi facciamo girare il Commissario Tecnico della Nazionale per le città dell’Uzbekistan, lui sceglie i migliori nuotatori di ogni città e noi li spostiamo qui ad Andijan dove DEVONO vivere, studiare e nuotare…”.
Tale modalità, non si discosta da quella che vede impegnati, per il governo, tutti gli abitanti di sesso maschile (sino alle età più giovani), durante i mesi autunnali su tutto il territorio del Paese, quando gli stessi sono precettati per la raccolta del cotone.
Lo sviluppo che vogliono dare in Uzbekistan allo Sport, prevede la ricerca di Coach nelle diverse discipline, meglio se arrivano dall’estero.
Questo per due motivi. Il primo è che, dopo i massacri del 2005 operati nel paese, la volontà della presidenza dello stato è quella di attrarre interesse, immagine e investimenti provenienti dall’estero.
Il secondo è che avendo una tradizione sportiva di alto livello unicamente negli sport di combattimento, lo stato, cerca di attrarre (facendo leva sul potenziale economico di investimento possibile derivante dal possesso, da parte dei vertici del paese, dei giacimenti di risorse naturali presenti sul territorio), professionisti provenienti dagli altri paesi nelle altre discipline.
Interessante è l’attenzione che il regime rivolge, nell’idea di sviluppo degli sport acquatici, alla valorizzazione della figura femminile, e anche in questo si evidenzia l’intento preciso di presentare un modello di società che piaccia e attragga.
E qui emerge il vero intento dell’amministrazione uzbeka: sfruttare lo sport al fine di presentare al mondo un’immagine nazionale gloriosa, illibata e libera. Quando, invece, sono proprio questi elementi a mancare nel Paese.
La prova di ciò sta nel viaggio di ritorno, quando lungo il tragitto da Andijan, a Taskent, effettuato in auto, per recarsi all’aeroporto, ci si deve fermare lungo l’unica strada che percorre i 400 km tra le due città, ai posti di blocco (realizzati con barriere e soldati armati), presenti al confine di ogni città, al confine di ogni provincia e al confine di ogni regione.
Scritto per ¡NoMás! da Mario Franchi
Comments 0